Descrizione
La regione adriatica è un’area di frontiera ed è immaginata in modi diversi e per
scopi diversi. Di fatto, la regione adriatica mantiene una combinazione
ambivalente di unità e diversità sia in senso ecologico che in ambito socioculturale.
Di conseguenza, le memorie culturali e le eredità civilizzate dell’Adriatico sono
sfruttate a diverse scale e livelli dalle istituzioni contemporanee. Nazione-Stati,
regioni, città dell’Adriatico in buona parte si riferiscono a un “immaginario
adriatico” spesso nel quadro europeo generale. Questi sforzi di immaginazione
istituzionale sono generalmente legati ad alcune aspettative di sviluppo, in
particolare in alcuni campi come ecologia, politiche culturali, mobilità sostenibile,
pesca e, ultimo ma non meno importante, turismo. Tuttavia, tale identità adriatica
non funziona per lo sviluppo transnazionale, come alcuni potrebbero aspettarsi.
Frizioni, incomprensioni e marginalità politica influenzano troppo spesso l’idea
dell’Adriatico come un lago europeo.
In questo articolo ho un punto di vista diverso e cerco di esplorare la costruzione
sociale dell’Adriatico da un’altra prospettiva: quella della gente che attraversa i
confini dell’Adriatico per turismo. La mia ipotesi è che si possa ottenere una
visione alternativa e forse più realistica del contemporaneo “Paesaggio marino
adriatico”, comprendendo i comportamenti, i valori e le aspettative delle persone
che si muovono attraverso e intorno al bacino adriatico a scopo di svago. Baso
la mia analisi su un certo numero di dati quantitativi e qualitativi raccolti tra i
turisti che navigano attraverso l’Adriatico nel 2009-2010, oltre ad un altro
insieme di dati raccolti tra i velisti partecipanti alla regata “Barcolana” nel 2012.